Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) ha notificato alla società che opera la commercializzazione del Bitto ‘storico’ – Presidio Slow Food – due pesanti sanzioni, motivate dal mancato assoggettamento ai controlli previsti per la produzione Dop e dalla usurpazione della denominazione protetta ‘Bitto’. Il motivo? I produttori storici non accettano che il loro formaggio sia posto sullo stesso piano di una versione ‘semplificata’ che, per diversi aspetti, contraddice un procedimento di lavorazione costante nel tempo e che ha i suoi caposaldi nella qualità del latte di bovine alimentate con un sistema razionale di pascolo turnato (senza somministrazione di mangimi), nell’immediata lavorazione del latte a caldo, nell’aggiunta del latte di capra, nella lentezza e accuratezza della lavorazione.
La notizia delle sanzioni contro il Bitto ‘storico’ è stata resa pubblica attraverso un articolo su La Stampa di Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, che si schiera – senza se e senza ma – a tutela del Bitto ‘storico’.
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